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Benvenuto nella sezione del sito dove puoi trovare informazioni e dati sulle attività dell'unità mobile Medicina di Strada del Naga nei campi presenti a Milano

CHE SUCCEDE ALL'INTERNO DI MEDICINA DI STRADA QUANDO C’E' UNO SGOMBERO A MILANO?

 

Aprile 2013

 

In aprile mds ha effettuato 4 uscite in 4 campi (irregolari), 6 uscite senza camper nei giorni precedenti e durante lo sgombero di Dione Cassio, 2 uscite nei giorni antecedenti lo sgombero di zona Airaghi e 1 uscita pomeridiana necessaria per la preparazione dell’evento “Rom e Gagi: abitare insieme la città”.

Le uscite con il medico sono avvenute la sera (dalle 19.30 fino alle 24 circa), le uscite senza camper durante il pomeriggio e/o nel tardo pomeriggio/sera.

Durante le uscite sono state effettuate un totale di 99 visite mediche.

Per quanto riguarda i volontari di mds, durante le uscite, ci sono stati da un minimo di 1 ad un massimo di 4 volontari, oltre al medico.

Durante le uscite senza camper ci sono stati da un minimo di 1 volontario a un massimo di 7 volontari.

 

Dei 4 campi visitati:

 

 

     - il primo campo si è costituito dopo un recente sgombero all’inizio del 2013, c’è la presenza di circa 100 rom rumeni, tra di essi c’è la presenza di circa 20 bambini.

Di questi bambini nessuno frequenta le scuole.

Ci hanno chiesto di tornare presto perché la situazione è davvero critica, sia dal punto di vista igienico tra cumuli di immondizia e topi, sia per le patologie diffuse: malattie della pelle, congiuntivi, ferite infette,…

Inoltre ci hanno riferito dell’imminente sgombero del campo.

Nel campo non c’è acqua, né servizi igienici, c’è molta spazzatura e topi, ci sono alcuni  generatori, come forma di abitazione ci sono baracche;

     

     - il secondo campo è uno dei 3 campi (di cui fa parte anche il precedente), che si sono costituiti dopo alcuni sgomberi avvenuti due mesi fa, sono presenti 200 rom rumeni di cui circa la metà sono bambini. Alcuni bambini vanno a scuola.

C’era molta tensione nel quartiere, ci hanno informati di una manifestazione contro il campo da parte di associazioni e cittadini.

I rom sono stati avvisati della manifestazione da parte della nostra mediatrice culturale.

Nel campo non c’è acqua, né luce, c’è molta spazzatura e molti topi, come forma di abitazione ci sono baracche;

      - il terzo è un campo storico. Ci sono circa 150 rom rumeni (una trentina di famiglie) tra cui molti bambini; pochi frequentano la scuola,

      alcuni il nido.

      La polizia una volta a settimana fa un giro al campo.

Non c’è acqua, ci sono dei generatori, la spazzatura non viene ritirata, sono le persone del campo che la bruciano o la buttano fuori con i camion, come forme di abitazione ci sono baracche.

- il quarto “campo” non è in realtà un campo ma un luogo di ritrovo di alcuni rom rumeni che abitano nelle case popolari occupate, qualcuno di loro vive anche lungo una ferrovia.

Ci hanno chiesto di fare un’uscita in questo campo a seguito di nostro volantinaggio nel pomeriggio.

Si sono avvicinati i carabinieri, che ci hanno chiesto cosa facessimo lì e poi se ne sono andati.

Verso la fine della serata il proprietario del ristorante a fianco ha inveito contro di noi, dicendo che ci avrebbe denunciato perché gli abbiamo fatto perdere i clienti.

 

 

Durante questo mese le uscite con il medico sono state ridotte a causa della presenza di soli 2 medici tra i nostri volontari, mentre sono aumentate le uscite nel pomeriggio e tardo pomeriggio.

Le uscite di questo mese sono state effettuate in primis per portare la nostra solidarietà agli abitanti del campo di Dione Cassio a seguito di una manifestazione organizzata contro il degrado del quartiere, a favore quindi dello sgombero del campo.

Le sere successive abbiamo presenziato il campo durante le manifestazioni di associazioni e cittadini del quartiere, anche con la presenza della polizia.

In particolare durante la seconda manifestazione, si sono radunanti tra le 80 e le 100 persone presidiate dalla polizia dentro un giardino privato, sono stati feriti due rom a seguito di lanci di sassi provenienti dal giardino con i manifestanti.

Tutta la sera la polizia ha quindi presidiato il campo non facendo allontanare i rom, poiché alcuni manifestanti hanno continuato a rimanere nei pressi del campo.

Due sere precedenti lo sgombero era stata indetta una nuova manifestazione da parte dei cittadini, ma è stata rimandata, quindi in quella occasione abbiamo potuto accompagnare alcune donne a fare la spesa al supermercato (ci avevano loro stesse riferito che nei giorni precedenti i cittadini della zona avevano impedito loro l’ingresso al supermercato e ad una donna erano stati lanciati addosso dei pomodori).

Dopo aver accompagnato le donne al supermercato, abbiamo avuto un confronto molto interessante con alcuni ragazzi del quartiere, che riportavano episodi di comportamenti scorretti da parte di alcuni rom, usandoli quindi per avvallare la loro visione negativa nei confronti del gruppo rom. Da parte nostra, abbiamo ribadito che comportamenti scorretti e illegali sono inaccettabili e, per questo, vanno puniti singolarmente, ma non devono essere utilizzati per generalizzare e stereotipizzare un gruppo.

Abbiamo anche fatto esempi di come ci si potrebbe comportare di fronte a queste situazioni (ad esempio, facendolo notare nel caso di carte a terra, chiamando la polizia in caso di atti illegali).

E’ emersa una grande sfiducia nelle istituzioni, nella polizia. Accanto a questo, tuttavia, ci sono stati raccontati anche episodi di incontri e conoscenze positivi con coetanei rom.
Il giorno precedente allo sgombero e il giorno stesso siamo stati presenti con almeno un volontario per poter seguire e avere informazioni in merito allo sgombero e su dove le persone sarebbero state spostate.

Delle persone presenti al campo, circa 200 sono state trasportate al centro della Protezione Civile, in particolare le famiglie con bambini; le altre 160 persone non hanno avuto una soluzione abitativa alternativa.

La sera precedente lo sgombero nessuno ha avvisato gli abitanti del campo che non ci sarebbe stato posto per tutti in via Barzaghi.

L’amministrazione ha sostenuto che la parte informativa era stata demandata alle associazioni, noi abbiamo risposto dicendo che quel compito spetta all’amministrazione; a quel punto siamo stati accusati di non essere collaborativi.

 

Altre 2 uscite sono avvenute nei giorni precedenti lo sgombero in zona Airaghi, il giorno dello sgombero sono arrivate le ruspe verso le ore 6 ma non c’era più nessuno perché i rom sono stati avvisati da altri rom dell’imminente sgombero e in autonomia hanno deciso di abbandonare il campo prima dell’arrivo dell’amministrazione.

 

Le altre uscite durante questo mese sono avvenute per la preparazione e il volantinaggio dell’evento del 4 maggio “ Rom e Gagi: abitare insieme la città” nello spazio culturale Seicentro A.Fois, organizzato dal Naga, con il patrocinio del consiglio di zona 6 e con la collaborazione di comunità del Giambellino e del laboratorio di quartiere Giambellino – Lorenteggio.

Marzo 2013

In marzo mds ha effettuato 3 uscite in 3 campi (irregolari), 1 esplorazione e 1 incontro con un gruppo di scout.

Le uscite e l’esplorazione sono avvenute la sera (dalle 19.30 fino alle 22 circa), l’incontro durante la giornata presso la nostra sede.

Durante le uscite sono state effettuate un totale di 42 visite mediche.

Per quanto riguarda i volontari di mds, durante le uscite, ci sono stati da un minimo di 2 ad un massimo di 4 volontari, oltre al medico.

Durante l’esplorazione sono stati presenti 5 volontari. Durante l’incontro con gli scout è stato presente 1 volontario.

Dei 3 campi visitati:

il primo campo si è costituito dopo un recente sgombero, c’è la presenza di circa 200 rom rumeni, tra di essi c’è la presenza di circa 100 bambini. 
Di questi bambini molti frequentano le scuole elementari.

Rispetto ad una nostra precedente uscita i rom si sono spostati in uno spazio più ampio. Nella zona ci sono altri due campi, che andremo ad esplorare.

Non ci vedevano da molto in questo campo, è c’è stata una sorta di “assalto alla diligenza”; il medico ha effettuato parecchie visite e alcuni invii al Naga e agli ospedali.

Ci hanno riferito che prima del nostro arrivo, era appena passata la polizia locale.

Nel campo non c’è acqua, né luce, né servizi igienici, c’è molta spazzatura e topi, come forma di abitazione ci sono baracche;

 

il secondo campo è un campo storico, composto da 150 rom rumeni, sono una trentina di  famiglie. Ci sono parecchi bambini, pochi frequentano la scuola, alcuni l’asilo nido.

Quasi tutti i bambini erano raffreddati e con la tosse.

Era da un po’ che non ci vedevano ed erano contenti di vederci. Una  ragazza  ci ha comunicato che nei giorni in cui piove tanto hanno difficoltà ad uscire dalle  baracche perché c'è troppo fango. Nel campo non c’è acqua, c’è un generatore, non c’è il ritiro della spazzatura, quindi i rom la bruciano o la vanno a buttare fuori dal campo con i camion, come forma di abitazione ci sono baracche;

 

Il terzo campo si è costituito di recente nel 2013, dopo vari sgomberi. Ci sono circa 100 rom rumeni, tra cui circa 30 bambini che non vanno a scuola.

Siamo tornati in questo campo successivamente a una nostra esplorazione, il campo si è allargato rispetto alla nostra visita, in casa ci sono più persone, ci sono due baracche al centro del campo e ci sono persone nei capannoni adiacenti.

Durante l’uscita è avvenuto un fatto spiacevole, stavamo parlando con alcuni rom (bambini e donne), quando sono arrivati 2 ragazzi di circa 20 anni, che hanno iniziato a chiederci cosa ci facessimo lì, che loro non avevano bisogno, che le nostre visite erano seguite da sopralluoghi della polizia, accusandoci di segnalare la loro presenza alla polizia.

E’ intervenuta la nostra mediatrice culturale parlando direttamente con loro in rumeno, e a seguito dell’intervento di un altro rom, ci hanno finalmente spiegato, che ci stavano rimproverando il fatto di non essere intervenuti durante il loro ultimo sgombero, pur avendoci loro chiamati.

Ci hanno accusati di comportarci come le altre associazioni che prendono soldi e non li spendono per loro, di riempire i giornali di belle cose per far bella figura, che segnaliamo alla polizia la loro presenza e che non interveniamo durante gli sgomberi.

Hanno quindi allontano tutti i rom in fila che dovevano essere visitati.

La situazione è poi migliorata con l’intervento delle mogli. Nel campo non c'è un generatore, non c'è acqua, non ci sono servizi igienici, come forme di abitazione ci sono case e baracche.

L’esplorazione è avvenuta in un campo storico, questa esplorazione è avvenuta a seguito di una proposta di uno dei volontari di fare un reportage fotografico.

Durante l’esplorazione abbiamo parlato in particolare con un ragazzo e un signore e siamo rimasti d’accordo per tornare e spiegare la situazione, essendo certo lo sgombero in vista dei lavori da portare avanti con l’Expo, ed essendo i rom mal informati su ciò che li spetterà dopo lo sgombero.

Abbiamo iniziato a comunicare loro che vorremmo aiutarli con la comunicazione al di fuori del loro campo, facendo conoscere la loro reale situazione di integrazione sul territorio, con bambini che frequentano le scuole, abitazioni in muratura.

C’è infine stato un incontro con degli scout di Varese, presso la nostra sede del Naga, è stato descritto il nostro lavoro e distribuito materiale informativo sull’associazione.

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